AGORA’ AV
IL CASO. Maurice Caillet, che a Lourdes ha trovatola fede dopo 15 anni nel Grande Oriente di
Francia, racconta in un libro la sua storia
La conversione del massone
Una descrizione dei riti iniziatici, una testimonianza oculare dell’odio anticattolico coltivato nelle Logge e della loro influenza sociale.
_____________
di ANDREA GALLI
“Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. A sentire queste parole del
Vangelo, durante la Messa nella cripta sopra la grotta di Lourdes, Maurice Caillet rimase attonito.
Erano le stesse che aveva sentito quindici anni prima, nel 1970, il giorno della sua iniziazione come
Apprendista nella Loggia “Perfetta Unione di Rennes, Grande Oriente di Francia, una delle più
antiche Logge transalpine. Nel silenzio successivo, sentì una voce che gli chiedeva di offrire
qualcosa in cambio del beneficio che andava cercando in quel luogo sacro. Pensò di dover offrire se
stesso. “Mi ripresi in qualche modo – racconta Caillet nelle sue memorie – quando il sacerdote
alzava l’Ostia, nella quale per la prima volta in vita mia riconobbi Gesù sotto le sembianze di un
umile pezzo di pane. Era la Luce che avevo cercato invano nel corso di molteplici iniziazioni”. Una
specie di folgorazione. “Alla fine della Messa, seguii il sacerdote in sacrestia e, senza molti
preamboli, gli chiesi il battesimo”.
Caillet non era arrivato lì come pellegrino. Nato nel 1933 in una famiglia bretone anticlericale, era
cresciuto nell’ostilità verso ogni cosa che sapesse anche vagamente di “cattolico”. Laureatosi in
medicina, specializzatosi in urologia e ginecologia, si era associato a Planned Parenthood, la lobby
multinazionale abortista, impegnandosi nella promozione della contraccezione e – benché non fosse
ancora legalizzata – nella pratica della sterilizzazione sia maschile che femminile. Divorziato dalla
prima moglie, nel maggio del fatidico 1968 aveva bussato a Rue Cadet 16 a Parigi, sede del Grande
Oriente di Francia, chiedendo l’ammissione alla Libera Muratoria. Richiesta, accettata, che lo
avrebbe portato nel giro di non molti anni a salire la scala iniziatica: Apprendista, Compagno,
Maestro, nel 1973 Vigilante di una nuova Loggia fondata a Rennes, un anno dopo Venerabile
Maestro, quindi deputato al “convento”, l’assemblea nazionale del Grande Oriente. Infine
l’iniziazione agli alti gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato, sino al diciottesimo, quello di
Cavaliere Rosa-Croce.
Parallelamente, l’ascesa era stata anche professionale, grazie all’aiuto di innumerevoli “fratelli”
sparsi nelle strutture sanitarie e amministrative locali: da specialista rinomato a direttore di
un’altrettanto rinomata clinica privata, poi l’iscrizione al Partito Socialista e, con l’arrivo all’Eliseo
di Mitterand nel 1981, la nomina in una commissione del ministero della Salute. Nel mentre, Caillet
si era anche distinto come primo medico a praticare aborti in Bretagna, dopo la depenalizzazione
della cosiddetta “interruzione di gravidanza” nel 1975, arrivando a polemizzare sulle pagine di Le
Monde direttamente con l’illustre genetista Jerome Lejeune.
Un curriculum impeccabile, insomma. Fino a quella visita fatta a Lourdes, dove Caillet si era deciso
a portare la compagna Claude, da mesi a letto per una malattia misteriosa, alla ricerca non di una
“grazia”, ma un contatto con quelle forze telluriche che anche l’Iniziazione – René Guénon docet –
riconosce attive in molti santuari e luoghi sacri. Forze malamente interpretate dalla bétise cattolica
come influssi mariani. Se non che, mentre il Cavaliere Rosa-Croce sperava in un influsso benefico
per Claude, cattolica non praticante ma con una fede mai del tutto sopita, lei dal freddo delle piscine
in cui era immersa pregava per la conversione di Maurice. Ottenendo, alla fine, il vero miracolo.
Di questa vicenda e di come abbia sconvolto la sua vita, con l’abbandono traumatico della
Massoneria, Caillet ha voluto parlare per esteso in un libro da poco uscito in Spana, Yo fui masòn
(LibrosLibres, pagine 188, euro 18), Sono stato massone. Trattasi di un racconto dall’interno – e per
questo piuttosto raro – del mondo delle Logge e della vita del Grande Oriente di Francia. Una
descrizione dei riti iniziatici, una testimonianza oculare dell’odio anticattolico coltivato nel GOF e,
non ultimo, dell’efficacia della Massoneria nel dettare la propria agenda politica. Racconta Caillet,
fra i tanti episodi: “Dopo la sua elezione nel mese di maggio [1974] Valery Giscard d’Estaing, oltre
ala nomina di Jacques Chirac come primo ministro, prese come consigliere personale Jean-Pierre
Prouteau, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia…al ministero della Salute collocò Simone
Veil, giurista, già deportata ad Auschwitz, che aveva come consigliere il già citato [e massone]
Pierre Simon, con cui tenevo una corrispondenza. I politici erano già rodati…e il progetto di legge
sull’aborto venne elaborato rapidamente”.
Infine il ricordo, drammatico, di come la solidarietà massonica possa tramutarsi un’implacabile
tagliola per gli apostati: dal mobbing che costrinse sia Caillet che la compagna (poi, dopo lunghe
traversie, sposata in Chiesa) alle dimissioni dal proprio posto di lavoro, con l’impossibilità di
reinserirsi nella sanità pubblica, alle minacce di morte fatte pervenire da ex-“fratelli”. Un quadro
che, come spiega l’autore in un’intervista concessa ad una radio cattolica, porta inevitabilmente a
chiedersi: “Dopo la legge del 1905 sulla separazione della Chiesa dallo Stato, a quando una legge
per la separazione dello Stato dalla Massoneria?”. Bella domanda.
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